marseille sincretismo copia Installazione site specific, fotocopie bianco e nero, dispositivo di riproduzione di suono.  Marsiglia, febbraio 2009. Edizione in 7 copie di 9 cartoline 30×30, colori, fotografie e testi in italiano e francese.
Il lavoro si compone dell’affissione di fotocopie in bianco e nero di grandi dimensioni in due punti della rue Sainte di Marsiglia raffiguranti scene della festa di Sant’Agata a Catania e della diffusione sonora dei suoni registrati durante i tre giorni (dal 3 al 5 febbraio) della stessa festa. L’installazione è realizzata il giorno prima della processione del 2 febbraio durante la quale la statua della vergine nera, Notre Dame de la Confession, viene portata dal Porto Vecchio all’abbazia di S. Victor per la rue Sainte.
Audio track da un montaggio di Thomas Lippens e Olivier Ferraud
“La strada, alla convergenza tra spazio e tempo, l’effimero dell’evento collettivo, nella strada, a portare fuori e l’antropologia e l’arte. Questo atto, la visualizzazione di foto della festa di Sant’Agata, come ad esempio la diffusione dei suoni in rue Sainte a Marsiglia, rappresenta un atto sincretico. Se intendiamo per atto sincretico qualsiasi azione che porta degli elementi di un altrove per trasferirli nel qui e ora. Questo lavoro si situa in questo tipo di processo continuo di trasferimento da una realtà all’altra. Cioè, si tratta di un dispositivo all’interno del quale gli elementi del vissuto (in questo caso la partecipazione alla festa della santa patrona di Catania) sono elaborati per essere restituiti altrove e in un altro tempo. Questa “restituzione” si svolge in strada, dove un altro evento di collettivo, il passaggio della Vergine di San Victor, dà luogo ad un’altra esperienza. Là dove la realtà è effimera, l’opera in questione potrebbe essere considerata una presentificazione, una creazione, attraverso l’installazione visiva e sonora, di una nuova esperienza. Esso è inteso come un tentativo di portare al di fuori non solo gli elementi di cui è fatto il mondo, ma anche l’arte tout court. Farle respirare, letteralmente, l’aria esterna; cosi’ come l’antropologia, che è in definitiva niente altro che un ritrascrizione della realtà umana. Quindi questa è la ricerca di una nuova postura, sia nel processo dell’esperienza, che nelle forme attraverso le quali può essere ri-elaborata e quindi trasmessa.” (Liuba Scudieri)