20150624_182200 copia

Installazione site specific, materiali naturali e oggetti trovati, stampe su carta, cera, spago, carta velina, penna, stagno e impianto di riproduzione audio, file audio, spazio web (http://sentimentaltaxonomy.blogspot.it) misure complessive d’ambiente. (2015)

 

Residenza Sense of community #15, Ecomuseo Judicaria, Fiavè (TN)

Siamo stati invitati a parlare della storia del luogo, incontrare chi è cresciuto al Pacomio, capirne le vicende in tre giorni e nel frattempo respirare le nuvole, guardare le cime delle montagne e sentirsi nel profondo del mare. Cosa aggiungere ? Perchè creare quando l’unico gesto spontaneo è quello di montare, ri-montare, ordinare in uno dei tanti modi possibili. Ogni montaggio crea una storia diversa, ed io sono qui ed ora, come una spugna che assorbe e rilascia.

Come spesso accade quando si cerca, la migliore idea arriva dal caso se siamo capaci di osservare. La morte ci si è presentata fisicamente e poi riflettendo abbiamo tutti noi capito che quel luogo voleva parlare di morte, come di un passaggio naturale negli organismi viventi, ma anche nelle cose, nella memoria che si perde, nella trasformazione dei luoghi.

Nel lato a nord del Pacomio di fronte alle finestre l’artista allestisce su un grande tavolo bianco un’esposizione di oggetti naturali e trovati, tutti raccolti nell’area del Pacomio.  A terra si trovano grossi sassi contenenti un testo scritto su carta velina e incollato ad essi con colla di farina.  L’audio diffuso solo in alcuni momenti è la registrazione del battito cardiaco di tutti noi realizzata in mezzo alla natura.  Tra le finestre e i rami della copertura sono poste immagini cerate e testi. Nello spazio web appositamente creato sono disponibili registrazioni delle voci delle persone incontrate e ascoltate nei giorni della residenza.
“Voglio essere una spugna”.  Questa è la dichiarazione che sottende il lavoro.  L’artista ascolta, registra parole, esperienze, incontri;  osserva la natura, ne parla tra se e sé e trascrive le sue riflessioni sulla sottile carta velina che diviene la pelle di grossi massi come ciò che si può toccare della montagna, toccare con la voce e con il cuore. Raccoglie funghi e segue la volpe. Poi cerca nella storia del santo cui è dedicata la chiesa e trova connessioni molteplici con il culto di Saturno, le altre valli, altri tempi, i fiumi e le statue, l’equiseto.  L’approccio antropologico restituisce alla raccolta di dati una funzione conoscitiva ma contemporaneamente generativa e involontariamente ermeneutica.  Associare per capire.  Cercare nelle storie per continuare a raccontare storie.  Scegliere i dati da restituire è inevitabilmente interpretarli secondo una visione se non delle conclusioni del quadro formale certamente delle cose che lo costituiscono, della natura, del mondo e della vita.” (Silvia Petronici)

 

20150624_182212 copia20150624_182345 copia20150620_154130 copia20150624_182334 copia20150624_182315 copia20150624_182252 copiafiave-003retouc20150624_182358 copia20150624_183658 fungofiave-001retouc20150624_182620 copia20150624_182556 copia20150624_182530 copia20150624_182526 copia20150624_182454 copia20150624_182442 copia20150624_182848 cera copia20150624_182832 cera20150624_182813 cera20150624_182757 cera