L’idea de “il Bosco Politico” nasce a San Stino di Livenza durante una delle residenze di “Sense of Community” curate da Silvia Petronici. Con quest’azione, il leggere ad alta voce, il condividere un testo di un grande autore con un pubblico in mezzo alla natura, cerco di riportare il testo nell’ambiente che ne ha ispirato la scrittura, di restituire i valori là dove il messaggio ha bisogno di essere percepito. La scenografia naturale è il teatro e noi, tutti, siamo gli attori della grande messa in scena che è la vita, dove ad ogni nostra azione corrisponde immancabilmente una reazione, una grande responsabilità. In questo senso il bosco diviene politico. Aristotele ricorda che la città (polis) è una forma di comunità costituita in vista di un bene; e – aggiunge immediatamente – essa è l’unica che permetta agli uomini di realizzare le proprie potenzialità più tipicamente umane e, pertanto, di essere felici. ‘L’uomo è per natura un essere politico’, un uomo che partecipa alla vita sociale e civile. Oggi il significato della parola ‘politica’ non rispecchia piu’ la definizione aristotelica dove si parla di un’organizzazione orizzontale del potere dove tutti i cittadini, idealmente, governano e sono governati a turno, un’organizzazione strettamente connessa con la felicità umana, di cui crea le pre-condizioni materiali. Oggi politica è sinonimo di potere e denaro, sfruttamento e dominio. L’uscire dalla città, trovarsi in un bosco, osservare la natura e l’equilibrio che la governa puo’ essere un modo per ripensare alle nostre vere necessità, all’economia senza eccessi, necessaria e sufficente per raggiungere cio’ che dovrebbe starci piu’ a cuore: la felicità di ogni essere vivente.

Il Bosco Politico #1ILBOSCOPOLITICO

Lettura di alcuni brani del capitolo “Economia” del “Walden” di Henry David Thoreau. Le pagine del libro sono strappate dopo la loro lettura e date nelle mani del pubblico. San Stino di Livenza, 25 aprile 2015
“Questa azione si propone di essere un invito alla riflessione sul nostro rapporto con la natura. Inteso come un legame culturale, sociale e di conseguenza politico. Il bosco stesso nel quale si svolge l’azione è il risultato di una decisione “politica”, la sua ricostruzione, ripiantumando sui terreni agricoli e sulla memoria quasi del tutto persa del bosco originario è qualcosa di cui si parla ancora molto nella comunità che lo abita nonostante siano ormai trascorsi quasi vent’anni dall’inizio del processo. Politico è un gesto dall’alto verso il basso ma anche e soprattutto il contrario. La riappropriazione consapevole e rispettosa, la cura collettiva di un bene comunitario come un bosco, è politica nel senso della radice greca di “polis”, gente, moltitudine. Nel senso che ci riguarda. Le diverse prospettive da cui si guarda alla storia più o meno recente di questo bosco come si guarda ad un “prodotto culturale” sono la sua dimensione politica. Il testo di Thoreau parla di economia e di autenticità, di rispetto del passato ma anche dei “pensieri nuovi di persone nuove”. Invita a sostenere la scommessa della ricerca di sé e del proprio bene oltre i pregiudizi e gli schemi. L’autore si ritira nel bosco e da lì, sottraendosi, parla di economia come di un meccanismo strutturato sulla lontananza dalla natura, degli uomini e del loro contesto vitale. L’artista legge in un passo la frase “povertà ricercata” e nel merito la riflessione è senz’altro sul valore dell’autentico oltre e al di là delle aspettative e delle convenzioni sociali. È economico ciò che non spreca e non disperde, che riesce meglio con e meno contro le energie in campo, che include e diffonde nuovi modi di essere felici. In questo senso il “bosco politico” è economico, ci riguarda e permettendoci di perderci ci riconduce a casa.” (Silvia Petronici)

 

Il Bosco Politico #2

Lettura di alcuni brani del “Diario” (1904) e di “Contro la caccia” (1895) di Lev Nikolaevic Tolstoj. Parco naturale del Trabocco, Montecarotto, 7 giugno 2015.
La scelta di questo testo è stata fatta dopo aver visitato il parco del Trabocco per la prima volta. Nella parte piu’ selvaggia del parco, dove i sentieri tracciati rimangono lontani e dove ci sono gli alberi piu’ vecchi, ho trovato con mia sorpresa un cartello che dice: “Attenzione. Appostamento fisso di caccia”.  Come puo’ esserci un appostamento fisso di caccia in un parco pubblico ? Passeggiando dovrei evitare i proiettili dei cacciatori ? Tolstoj amante della caccia, prova pietà per una volpe che ha ucciso con ferocia. Dopo poco diventerà vegetariano e inizia a scrivere testi contro la violenza morale. Il testo di Tolstoj non è piu’ in commercio e dopo averlo richiesto ad una biblioteca ho fotocopiato il libro e “ricostruito” con le parti selezionate. Sono le pagine di questo libro fotocopiato in proprio, che ho distribuito al pubblico.